Wührer: la prima birra italiana!

Storia della poco conosciuta birra Wührer.

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In Italia, fino a metà Ottocento la birra è stata un prodotto di consumo limitato a pochi appassionati; infatti, era del tutto estranea alla tradizione locale, perché legata fin dall’antichità al consumo di vino.

La produzione di bevande al luppolo era limitata a pochi laboratori artigianali, con produzioni discontinue e spesso legate ad impieghi temporanei e locali, mentre le birre di qualità, destinate ad un pubblico raffinato, erano in genere importate dal Nord Europa, in prevalenza dall’Austria.

Le prime esperienze imprenditoriali di rilievo per la produzione di birra in Italia appaiono a metà Ottocento, ad opera di industriali d’oltralpe che cercavano nuove opportunità di mercato.

Allo stesso tempo il fiorire dell’economia e dell’industria italiana contagiò anche questo settore tanto che a fine XIX secolo si potevano contare sul territorio nazionale circa 140 unità produttive, con una capacità totale stimata approssimativamente in 160.000 hl.

Dopo secoli anche la birra stava conquistando l’Italia anche se con “leggero” ritardo rispetto a molti altri paesi.

Infatti, la città di Pilsen aveva avuto l’editto da re Venceslao per la produzione di birra nel 1295, mentre la birra Augustiner nacque nel 1328 a Monaco di Baviera.

Anche gli americani ci avevano anticipato aprendo la prima fabbrica nel 1632 ad opera di immigrati olandesi.

Nel 1721 a Londra iniziò la produzione della Porter, mentre Arthur Guinness acquisterà la sua prima birreria a Dublino nel 1759, ma solo dopo quasi un secolo abbiamo la prima testimonianza di una produzione industriale di birra sul territorio italiano e ciò si deve a Franz Xavier Wührer che fondò una fabbrica di birra a Brescia nel 1829.

La birreria venne aperta in Contrada Santa Maria in Calchera, in pieno centro storico, accanto a conventi e a chiese.

Il fondatore, come suggerisce proveniva dall’Austria, paese che vantava profonde tradizioni birrarie, ma anche nemico del popolo italiano; infatti, l’impero austro-ungarico occupava contro la volontà popolare il nord Italia, malgrado la sporadica conquista napoleonica.

Dai diversi documenti risulta che Wührer sapesse farsi benvolere e sia riuscito nell’arduo compito di integrarsi con la popolazione, tanto che risulta censito dall’anagrafe cittadina seppur con il termine “forestiero”.

Nel 1981, il 30% dell’azienda fu acquistata da Danone, prendendone negli anni successivi il totale controllo, fino al 1988, quando la multinazionale alimentare decise di vendere a Peroni che ancora oggi mantiene la proprietà del marchio.