Pixel e byte wine

Vini e champagne entrano del Metaverso.

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| Photo: @Heineken

Il mondo dei vini e dello Champagne si apre al Metaverso per esplorare nuovi spazi di comunicazione e ampliare il proprio mercato di vendita.

Enoteche virtuali, bottiglie in edizione limitata e release in NFT rappresentano le nuove sfide per i più importanti marchi del beverage.

La domanda che più risuona tra gli esperti del settore è se il Metaverso può garantire un’esperienza di mangiare e bere simile a quella che si prova quando si è seduti a un ristorante.

Sfilate, musei e meeting sono riuscite negli anni a trasformarsi da semplici esperimenti di modernità a experience contemplate, mentre un aperitivo o una cena nel Web3 vengono ancora considerate azioni impossibili.

Per la maggior parte delle persone ritiene ancora assurdo mandare il proprio avatar in riunione al proprio posto, figurarsi dover prenotare un ristorante in una realtà virtuale.

Nonostante le molte diffidenze e difficoltà, la corsa al Metaverso non sta riguardando solo il mondo del fashion, ma anche il settore del food&beverage che sta investendo nella creazione di etichette NFT, contenuti digitali unici e di qualità confermando, ancora una volta, il passaggio dall’era del possesso all’era dell’accesso.

Inizialmente gli NFT erano legati principalmente al mondo dell’arte e del collezionismo di stampe e quadri, mentre adesso questi token vengono anche utilizzati per trasformare le etichette in certificati di proprietà che attestano il possesso di un esemplare di cui ne esiste una solo copia.

Marty Resnick, vicepresidente di Gartner, sostiene che entro il 2026, il 25% della popolazione mondiale avrà trascorso almeno un’ora al giorno nel Metaverso che sia per lavoro, shopping, eventi o istruzione e il 30% delle organizzazioni avrà nel web3 il suo business.