La birra si vende in…BIRRERIA!

Analisi su eCommerce e mondo Ho.Re.Ca.

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Dopo quasi due anni dal lockdown generale che per mesi ha fermato il mondo, si assiste ad un lento e prudente ritorno alle attività quotidiane, sebbene persistano elementi di controllo sulla diffusione del coronavirus. I mesi più duri, segnati da incertezza e in alcuni casi da disorientamento, sembrano essere alle spalle ed una nuova sfida si affaccia nel prossimo orizzonte. Stili di vita, ma soprattutto distanziamento, Green Pass e limitazione di capienza nei locali impongono un serio interrogativo: abbiamo veramente superato lo shock da pandemia o questo tragico evento ha solcato in maniera indelebile i luoghi del beverage?

Domande alle quali nessuno può dare una risposta certa, se non nella misura dell’analisi di ciò che è avvenuto. L’ultimo report annuale di AssoBirra ha denunciato un calo di produzione pari al 8,4% accompagnato da una contrazione del consumo del 11,4%, dati che confermato, ancora oggi, che la birra sia indelebilmente legata a valori di amicizia, convivialità e relazione, come dimostra l’annata 2019 quando è stato registrato il record di vendite, portandola ad essere la bevanda più acquistata dagli italiani, primato che è riuscito a difendere anche sotto le dure restrizioni da Covid-19 che seppur limitando le occasioni di socialità aveva trasformato le case in piccoli pub domestici, trand confermato dal sondaggio effettuato da Donne della birra che ha stimato un aumento del 31,8% di consumo.

Ciò dimostra che anche sotto quarantena è rimasta intatta la volontà di trascorrere momenti di spensieratezza con l’amato luppolo, cercando anche marchi con minor popolarità, come dimostra il boom di acquisti sul web (+61,5%), dove ha trionfato la ricerca di produzioni artigianali (aziende che non superano una produzione annua di 200 mila ettolitri come da legge 154/2016 artt. 35-36) con una preferenza del 77,7%, portando quasi la metà degli intervistati (45,5%) a confermare un radicale cambiamento sulle abitudini e stili di beva.

Un quadro apparentemente positivo se non fosse che il comparto della birra ha registrato una perdita complessiva di €1,6 miliardi, che penalizza soprattutto il mondo Ho.Re.Ca. (da sola perde il €1,4 miliardi) con un crollo del -70% per le piccole realtà che private del rapporto con i propri distributori hanno visto un’importante perdita di fatturato, mettendo seriamente a rischio gli oltre 900 craft beer. Diventa quindi fondamentale una nuova strategia ed una sincera sinergia tra chi produce e chi si fa carico degli oneri di logistica e consegna, perché come confermano i dati la birra sta(va) vivendo una primavera di consumo mai avuta prima d’ora, ma nello stesso l’intera filiera non può ritenersi al completo sicuro. Quello che sicuramente abbiamo imparato è che i banconi di legno, sottobicchieri, fusti e spillatori sono imprescindibili per lo sviluppo dell’interno comparto.