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Le cooperative del vino altoatesine, che rappresentano quasi il 70% della produzione della denominazione Alto Adige, hanno registrato una crescita media del fatturato pari al 20%, superando per la prima volta i 200 milioni di euro (erano 170 nel 2021) mentre le bottiglie prodotte sono state 38,4 milioni.
Il presidente del Consorzio Vini Alto Adige, Andrea Kofler, così commenta i dati: “Dopo la sofferenza del lockdown, c’è stata la ripresa del turismo a cui siamo molto legati per via delle vendite in hotel e ristoranti, ma anche per gli acquisti diretti in cantina, ma soprattutto i produttori sono riusciti a continuare ad aumentare il valore aggiunto grazie a vini di sempre maggior qualità, cosa rara per le cooperative in Italia, e con una grande attenzione alla sostenibilità. Inoltre è aumentata la quota destinata all’estero e l’obiettivo è crescere ancora in queste direzioni. Del resto abbiamo l’uno per cento delle viti italiane, non ci sono altre strade”.
Fino a qualche anno fa la metà dei vini altoatesini veniva venduta soprattutto in regione con l’export che si limitava al 20%, quasi esclusivamente in Germania e Svizzera.
Oggi il mercato dei vini altoatesini si divide sostanzialmente in parti uguali tra Alto Adige, resto d’Italia ed estero, dove è in costante crescita la quota degli Stati Uniti.