Una volta c’erano le sfilate di moda con la presentazione delle nuove collezioni a scandire il passaggio da una stagione all’altra, ma negli ultimi anni a dettare stili di vita e consumi ci sono le diverse mutazioni del temuto Covid-19.
Una pandemia a livello globale che dal 2019 ha mostrato con quanta facilità i virus si diffondano nel mondo globalizzato, dove rapidità di spostamento ed interconnessione tra i diversi paesi ha facilitato ed agevola la diffusione del coronavirus, segnando al 20 novembre 2021 oltre 257 milioni di casi e 5,2 milioni di decessi (dati aggiornati alla pubblicazione del report di Frontiers in Nutrition – COVID-19 Risk Appears to Vary Across Different Alcoholic Beverages).
In questi (interminabili) mesi sono stati eseguiti numerosi studi sulle caratteristiche epidemiologiche (distribuzione e frequenza della malattia) e i fattori di rischio (età, obesità, malattie pregresse, ecc…), con scarsa attenzione agli elementi protettivi da infezione, che rimangono in gran parte sconosciuti.
L’antologia sugli effetti negativi derivanti dal consumo di alcol è ampiamente documentata, ma spesso le stesse relazioni presentato degli studi contrastanti quando si parla di un uso moderato di bevande alcoliche. Se da una parte sono state create campagne di prevenzione per contrastare l’abuso di alcol di contro si è prestata poca attenzione sugli effetti benefici.
Recenti studi, infatti, hanno evidenziato l’effetto difensivo contro malattie cardiovascolari dovuto agli antiossidanti presenti nel vino rosso e come moderati consumatori di alcol sopravvivano più a lungo degli astemi.
Lo studio effettuato dall’ Open Science Platform Frontiers, piattaforma che collabora con più di 100.000 ricercatori con oltre 1 miliardo di visualizzazioni quasi 2 milioni di citazioni, ha messo in relazione la tipologia del consumo di alcol (stato, frequenza, quantità e sottotipo di bevande alcoliche) con il rischio di contrarre COVID-19 e la mortalità associata.
La relazione condotta dai ricercatori dello Shenzhen Kangning Hospital e del Southwest Hospital ha analizzato 473.957 soggetti, rilevando che le persone che consumano vino rosso da uno a più di cinque bicchieri a settimana hanno un rischio inferiore dal 10 al 17% di infezione e che i bevitori di vino bianco e champagne che consumano da uno a quattro bicchieri a settimana hanno un rischio inferiore del 7–8%.
Al termine dello studio dei dati statistici il team che ha condotto l’indagine ha affermato: “Il rischio di COVID-19 sembra variare tra i diversi sottotipi, frequenza e quantità di bevande alcoliche. Vino rosso, vino bianco e champagne hanno la possibilità di ridurre il rischio di COVID-19. Il consumo di birra, super alcolici ed un consumo eccessivo di alcol non sono raccomandati durante la pandemia.”
Il rapporto conclude che i polifenoli presenti nel vino svolgano un importante ruolo di protezione, grazie alla loro capacità di diminuire la pressione sanguigna, ridurre l’infiammazione e inibire gli effetti di virus come l’influenza e altre infezioni del tratto respiratorio.
Sopravvivere alla pandemia con un bicchiere di vino è possibile!
Si precisa che il presente articolo non vuole in alcun modo disincentivare il contrasto al virus SARS-CoV-2 tramite campagna vaccinale.
Source: frontiersin.org